ANGELI&DEMONI by Teresa Campioni

Dualismo integrato: Teresa-Campioni
Sono il dualismo del contenuto e l’autoironia della forma le caratteristiche più evidenti dell’arte di Teresa Campioni. Si evince dall’osservazione delle sue opere presentate alla mostra ANGELI E DEMONI tenuta alla Galleria Rismondo di Fabriano dal 13 dicembre 2014 al 18 gennaio 2015. Un’ironia che parrebbe quasi “sfacciataggine” quando l’Autrice si autodefinisce (performance?) la “novella Maestra di Campodonico”, citando le proprie origini territoriali (Campodonico è frazione di Fabriano) così come i contenuti e gli sviluppi più importanti della mostra “Da Giotto a Gentile” che si è chiusa nella città marchigiana alla metà di gennaio 2015.
Il cognome di Teresa non mente, la famiglia è originaria dei luoghi dove anche io, nell’infanzia, giocai all’ombra della antica e potente abazia. Ma lei è romana, nata e cresciuta nella capitale. Laureata in psicologia e diplomata all’Accademia di Belle Arti, ha seguito nella sua crescita psicofisica e artistica diversi corsi di specializzazione che vanno, tra l’altro, dal mosaico alla cristalloterapia, dalla pittura di mandala all’acquarello steineriano.
Le immagini proposte dalla Campioni veicolano ensemble il discorso del dualismo e quello dell’ironia, come dice lei stessa quando cerca di spiegarsi: “Mi riferisco alla coesistenza, in ognuno di noi, di aspetti apparentemente opposti, che rappresentano le luci e le ombre della nostra personalità. La razionalità e le emozioni, il sacro e il profano, il conscio e l’inconscio”.
Lo scopo dell’Artista, quindi, è cercare di accettare la vera e complessa essenza di sé, muovendo dall’integrazione della apparente dicotomia fra le due parti, letta attraverso la lente dell’ironia. E’ l’essere umano al centro del cosmo, quello che compare nelle sue tavole e nelle stoffe dipinte con tecniche miste, dal largo uso dell’oro e di colori forti, anche per creare effetti visivi vicini o non troppo distanti da sensibilità orientali. Per mostrare, accenna la Campioni, le proprie “… fragilità. Per cercare di sconfiggere quei nostri mostri che poi tanto mostri non sono, nel senso che hanno vera umanità”. Certo, come la leggenda di Bloody Mary, una strega sanguinaria bruciata sul rogo la cui anima ritorna dal passato e si presenta a chiunque la invochi. In realtà si tratta, in questo caso come in molti altri, solo di una maledizione scaturita da una tragedia famigliare. Mary fu una ragazza seppellita viva dal padre medico, timoroso che il tifo contratto dalla figlia potesse generare un’epidemia. La poverina morì fra atroci tormenti nella sua tomba. Un mostro-non mostro, quindi, bensì tutto l’opposto: un essere umano sofferente.
In questo senso, fra le opere dell’artista, l’immagine della Madonna della Misericordia accoglie l’umanità tutta, ma il suo sguardo è freddo e distante, sembra compiere quel gesto universale in modo robotico, senza coscienza, come comandato e non concepito personalmente. Doniamo noi stessi come sottoposti a una condizione di straniamento rispetto all’essere sofferente?
Da non dimenticare poi che il dualismo è fortemente delle religioni. Thomas Hyde identifica in esse la costante lotta tra il principio del bene e quello del male, la luce e le tenebre, coevi, indipendenti e contrapposti, dal cui rapporto dipende ogni aspetto dell'esistenza e della condotta umana. Bayle e Leibniz fanno risalire a questi due principi anche l'origine materiale dell'Universo. Altri parleranno di due entità metafisiche riprendendo il dualismo cartesiano di “sostanze materiali e sostanze spirituali”. La religione cattolica parla di un Dio Uno eTrino.
Ecco perché troviamo molta simbologia religiosa nelle tavole e nelle stoffe di Teresa. La sua non è però un’arte “religiosa”, ma si abbevera a tale simbologia perché in questo campo trova molto materiale plasmabile, molto lessico coniugabile con il dualismo che le interessa in modo particolare.
Avrebbe potuto attingere anche alla scienza, a uno dei grandi padri della fisica quantistica: Niels Bohr. Accortosi della facilità con cui gli orientali riuscivano a comprendere le sue innovative teorie sulla fisica dell’atomo, lo scienziato decise di usare proprio il simbolo dello Yin-Yang per “dipingere” le idee di dualismo onda-materia attribuite all’elettrone.
Non ci è difficile ricordare come “contraria sunt complementa”.
L’arte di Teresa Campioni si sviluppa dall’esigenza di inquisire queste problematiche.

Renato Ciavola

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