Concrete Poetry By Beppe Piano
Beppe Piano, artista poliedrico ed avanguardistico, si
propone di investigare il linguaggio inteso come simbolo sociale. Una
simbologia, quella di Piano, che riesca a decodificare il messaggio trasmesso
dall’universo Arte. La parola con i suoi vari significati unita alla melodia
della propria pronuncia ed al significato complessivo di un’immagine o di una
poesia divengono protagonisti di un viaggio. Un viaggio audace che l’artista
suggerisce al proprio fruitore, rivoluzionando il pensiero collettivo.
Se è vero che “Le parole costruiscono mappe di senso che
insieme plasmano la nostra identità” il progetto Concrete Poetry di
Piano diviene un dizionario visivo a cui poter attingere e così riuscire a
tradurre il significato dell’identità sia individuale, di ciascun fruitore, ma
anche, e soprattutto, dell’identità artistica e personale del proprio autore.
Beppe Piano “gioca” con parole ed immagini al punto da
interscambiare l’Universo Poesia con l’Universo Immagine.
Con il percorso visuale che Piano offre al suo pubblico vi è
un “lancio” in stile pubblicitario. Un tendere verso l’innovazione tecnologica.
Un rinnovamento delle tecniche artistiche tradizionali in nome di un futuro
dove poter fare arte anche con un cervello macchina. Così facendo Piano pare
volersi mettere in contatto con una “macchina” capace di comunicare per mezzo
di quella rete non più neuronale ma virtuale. Si crea così un luogo di
disconnessione e riconnessione. Disconnessione da tutto ciò che, fino ad oggi,
si conosceva o si credeva di sapere per una riconnessione in chiave futuristica
e/o dadaistica.
Beppe Piano si ritrova a scontrarsi con il proprio alter
ego: un’intelligenza artificiale con cui relazionarsi, confrontarsi e forse
identificarsi.
Senza voler essere arbitrario l’artista propone una
riflessione che dalla fascinazione del testo scritto introduce una materialità
impalpabile quella dell’ A.I.
Piano crea spazi di silenzi e di contemplazione. In questo
“nuovo” spazio vengono a crearsi nuove relazioni temporali e percettive che
costringono il fruitore a calarsi in questa “nuova” realtà dove “nulla è come
sembra”
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